L’esposizione di Davide Frisoni al palazzo dell’Arengo di Rimini
Quando ci si trova davanti ad un’opera d’arte, sia essa un libro, una canzone, una poesia, una pittura, stabiliamo un legame, ed è lo stupore che proviamo nel momento in cui fruiamo dell’arte stessa a darci l’ispirazione, a spingerci all’interazione. Viene da chiedersi che cosa ci instilli lo stupore. Una risposta può essere questa: ci stupiamo quando l’arte parla alla nostra anima, a tu per tu, oppure quando l’arte racconta il nostro tempo, la nostra stringa di Storia, quella dell’uomo, discostata da quella dei libri, parimenti da quella delle cronologie. Allora non sembrerà forse strano, che automobili, le nostre automobili, lampioni accesi, sensi unici e divieti, palazzi, strade d’asfalto cristallino sotto un cielo piovoso e strade ricoperte di neve, di una neve a sua volta tela di numerose “tracce”, siano in grado di sorprendere, senza dimenticarsi dei volti di chi le strade le percorre quotidianamente, per lavoro. Proprio ciò che Davide Frisoni ama dipingere sulle sue tele. Alcune di queste sono state esposte nella sua Rimini, in occasione di una mostra che è stata ospitata nel Palazzo dell’Arengo dal 18 Dicembre al 16 Gennaio.